Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il diniego di un permesso di costruire, afferma che: 1. L'Amministrazione comunale non può sostituirsi all'organo tutorio competente in materia paesaggistica, né anticiparne le valutazioni, ma deve attendere le conclusive determinazioni di quest'ultimo per trarne le conseguenze sul piano urbanistico ed edilizio. Pertanto, il diniego non può fondarsi su considerazioni di carattere paesaggistico ed architettonico formulate direttamente dal Dirigente del Settore Urbanistica. 2. Tuttavia, il diniego è legittimo laddove l'Amministrazione comunale, pur prescindendo dall'obbligo di preventiva approvazione di un piano esecutivo, richieda la stipula di una convenzione ai fini del rilascio del permesso di costruire, al fine di soddisfare le esigenze di urbanizzazione secondaria relative alla specifica maglia interessata, in conformità ai principi affermati dalla giurisprudenza. Ciò in quanto l'istituto del permesso di costruire convenzionato, previsto dall'art. 28 bis del D.P.R. n. 380/2001, è finalizzato a consentire interventi edilizi non di particolare entità in ambiti in cui le esigenze di urbanizzazione, infrastrutturazione e dotazione di standard si presentino con un basso grado di complessità.