Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10263 del 5 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:10263PEN

Massima

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Il giudicato formatosi all'esito del procedimento di prevenzione patrimoniale, che abbia rigettato la richiesta di sequestro e confisca dei beni, preclude l'avvio di un successivo procedimento avente ad oggetto i medesimi beni e la stessa persona, per la confisca ai sensi dell'art. 12-sexies del d.l. n. 306/1992, in assenza di nuovi fatti modificativi della situazione definita. Il Tribunale non può limitarsi a dissentire dalla precedente decisione di prevenzione, ma deve indicare espressamente i nuovi elementi di fatto che giustifichino una diversa valutazione circa la pertinenza dei beni ai reati ipotizzati e la loro confiscabilità, in ossequio al principio del divieto di bis in idem. La decisione definitiva del procedimento di prevenzione patrimoniale, che abbia accertato la legittima provenienza dei beni, ha quindi efficacia preclusiva rispetto a successive iniziative di sequestro e confisca, salvo il sopravvenire di nuovi elementi di fatto modificativi della situazione precedentemente definita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamill - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Bari, in data 19.7.2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. Piercamillo Davigo;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato.

Udito il difensore, Avv. (OMISSIS), il quale ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN …

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