Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16918 del 23 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:16918PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando del proprio ruolo e delle proprie attribuzioni, sollecita e accetta ripetutamente denaro e altre utilità da privati, al fine di garantire loro un trattamento di favore nell'ambito di procedimenti amministrativi di propria competenza, commette il reato di corruzione propria di cui all'art. 319 c.p. e non il reato di concussione. Ciò in quanto, nel caso di corruzione, il pubblico ufficiale e il privato si trovano in una posizione di sostanziale parità, convergendo le loro volontà in un accordo corruttivo, mentre nella concussione il privato versa in uno stato di soggezione e timore di fronte alla condotta abusiva del pubblico ufficiale. Pertanto, la condotta del pubblico ufficiale che, in maniera sistematica e continuativa, si attiva nell'interesse di determinati privati, elargendo loro consigli e compiendo atti contrari ai doveri d'ufficio, al fine di ottenere vantaggi economici, integra gli estremi del reato di corruzione propria, a prescindere dall'individuazione di singoli atti amministrativi specificamente contra legem. Inoltre, la valutazione delle esigenze cautelari, se adeguatamente motivata in relazione alla gravità dei fatti, alle modalità della condotta delittuosa e al concreto pericolo di reiterazione del reato, è insindacabile in sede di legittimità, non potendosi sostituire la valutazione del giudice di merito con una diversa ricostruzione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1103/2014 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 28/07/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. CANEVELLI Paolo: rigetto;

udito il difensore avv. (OMISSIS) in sost. dell'avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre per cassazione avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Palermo, in data 28-7-2014, …

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