Il vincolo di inedificabilità assoluta previsto dall'art. 1-quinquies della legge n. 431 del 1985 opera fino all'adozione e approvazione da parte delle Regioni dei piani paesistici di cui all'art. 1-bis della medesima legge, indipendentemente dal decorso del termine del 31 dicembre 1986 originariamente previsto per tale adempimento. Pertanto, in assenza dell'approvazione dei piani paesistici regionali, il divieto di modificazioni dell'assetto del territorio e di opere edilizie che alterino lo stato dei luoghi e l'aspetto esteriore degli edifici rimane pienamente operante, non potendo essere superato nemmeno dalla qualificazione dell'intervento come manutenzione straordinaria, ove le opere progettate siano idonee a introdurre modifiche non consentite al territorio. Il procedimento di condono edilizio di cui alla legge n. 47 del 1985 consente il completamento delle sole opere di rifinitura strettamente necessarie alla utilizzabilità del fabbricato, senza che possano essere autorizzati interventi che comportino una modifica della conformazione strutturale originaria dell'edificio o dell'assetto del territorio circostante. Pertanto, il provvedimento di annullamento dell'autorizzazione comunale che abbia assentito, nell'ambito di un procedimento di condono, anche opere di sistemazione esterna in contrasto con il vincolo di inedificabilità assoluta, è legittimo, mentre deve essere annullato limitatamente alle opere di ampliamento e realizzazione di locale adibito a cantina, in assenza di specifiche ragioni ostative alla loro sanabilità.