La parte civile, se parzialmente soccombente, può impugnare con l'appello il capo della sentenza di condanna che riguarda l'azione civile, in quanto l'art. 576 c.p.p. prevede la facoltà di impugnare la sentenza che le è sfavorevole senza porre alcuna restrizione all'utilizzo degli ordinari mezzi di impugnazione contemplati. Tale principio è stato affermato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, le quali hanno chiarito che la riforma delle impugnazioni attuata dalla Legge n. 46 del 2006 non ha soppresso il potere di appello della parte civile, la cui perdurante facoltà di impugnare i capi della sentenza di condanna relativi all'azione civile è stata altresì riconosciuta dalla Corte Costituzionale, che ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 576 c.p.p. sollevata dalla Corte di Appello di Lecce. Pertanto, la parte civile può legittimamente proporre appello avverso la sentenza di primo grado che le è parzialmente sfavorevole, senza che tale facoltà possa essere limitata o esclusa dalla novella legislativa, in quanto ciò contrasterebbe con il diritto di difesa e con il principio del giusto processo.