Il reato di associazione per delinquere e ricettazione continuata è configurabile quando, sulla base di elementi probatori quali intercettazioni, dichiarazioni di coimputati, esiti di perquisizioni e accertamenti della polizia giudiziaria, risulti provata la partecipazione dell'imputato all'associazione criminosa e la sua consapevolezza della provenienza illecita dei beni oggetto di ricettazione. In tali casi, il giudice di merito può legittimamente negare l'applicazione dell'attenuante della particolare tenuità del fatto prevista dall'art. 648 c.p., comma 2, ove ritenga che il contesto e le modalità della condotta non consentano di riconoscere tale circostanza, anche in presenza di un valore non elevato dei beni ricettati, dovendosi valutare complessivamente tutti gli elementi indicati dall'art. 133 c.p. La valutazione del giudice di merito in ordine alla sussistenza o meno delle circostanze attenuanti è insindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o illogicità manifeste nella motivazione.