Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La violazione delle regole per l'esame testimoniale previste dagli artt. 498 e 499 c.p.p. non comporta l'inutilizzabilità delle prove testimoniali, in quanto non si tratta di prove assunte in violazione di divieti posti dalla legge, bensì di prove assunte con modalità diverse da quelle prescritte. Pertanto, l'inosservanza di tali norme non dà luogo a nullità, non essendo riconducibile ad alcuna delle previsioni specificamente individuate dall'art. 178 c.p.p. Inoltre, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova testimoniale, la cui attendibilità e coerenza interna può essere censurata in sede di legittimità solo in presenza di vizi logici o contraddizioni insanabili nella motivazione. Infine, il termine di prescrizione dei reati stradali è determinato in base alla disciplina vigente al momento della commissione del fatto, salvo l'applicazione di eventuali modifiche normative più favorevoli intervenute successivamente.