Il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe si configura quando vi sia una stabile organizzazione, pianificazione e capacità di raggiungere in maniera capillare una pluralità di vittime, anche eterogenee, attraverso la realizzazione di atti prodromici e la predisposizione di mezzi idonei alla commissione dei reati-fine, a prescindere dalla brevità dei tempi di esecuzione delle singole truffe. L'elemento psicologico del reato associativo è integrato dalla consapevole e volontaria partecipazione all'organizzazione, anche nella veste di promotore, senza che sia necessaria l'assunzione di funzioni decisionali o di gestione dell'associazione. La motivazione della sentenza di condanna può legittimamente richiamarsi a quella di primo grado, che abbia già analizzato in modo dettagliato gli elementi probatori, senza che ciò integri un vizio di motivazione, ove il ricorrente non abbia offerto elementi nuovi idonei a confutare le argomentazioni già svolte.