Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22365 del 23 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:22365PEN

Massima

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Il reato di circonvenzione di incapace si configura quando l'agente, approfittando dello stato di infermità o deficienza psichica della vittima, tale da renderla incapace di opporre resistenza, la induce a compiere atti pregiudizievoli per sé o per altri, procurandone a sé o ad altri un profitto. A tal fine, è necessario che: a) vi sia un rapporto squilibrato tra vittima e agente, in cui quest'ultimo abbia la possibilità di manipolare la volontà della vittima; b) l'agente abusi consapevolmente dello stato di vulnerabilità della vittima; c) la minorata capacità della vittima sia oggettivamente riconoscibile. La condizione psichica deficitaria della vittima può essere provata anche attraverso la documentazione sanitaria, che prevale sulle impressioni di soggetti privi di competenze mediche. L'attivismo dell'agente nell'accompagnare la vittima e seguire personalmente gli atti compiuti a suo vantaggio, unitamente alla sproporzione tra i prelievi di denaro effettuati prima e dopo il suo intervento, costituiscono indici gravi, precisi e concordanti dell'abuso della sua posizione di forza per indurre la vittima a disporre del proprio patrimonio a suo favore. Pertanto, il giudice di merito, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di prova, può ritenere integrato il reato di circonvenzione di incapace, senza incorrere in vizi logici o motivazionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BELTRANI Sergio - Presidente

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - rel. Consigliere

Dott. D'AURIA Donato - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di appello di Trieste in data 1/12/2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Lucia Aielli;
lette le conclusioni scritte del Pubblico ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Felicetta Marinelli, che ha chiesto l'annullamento della sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio, con rideterminazione della pena in anni uno, mesi quattro…

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