Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10860 del 6 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:10860PEN

Massima

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L'interruzione della prescrizione di cui all'art. 160 c.p. comporta il prolungamento del termine massimo di prescrizione fino a sette anni e sei mesi, termine che non era ancora decorso al momento della celebrazione del giudizio di primo grado. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, che non consente il formarsi di un valido rapporto di impugnazione, preclude la possibilità di rilevare e dichiarare la prescrizione del reato maturata successivamente alla sentenza impugnata. Pertanto, il reato non può essere dichiarato estinto per intervenuta prescrizione qualora il termine massimo di prescrizione, prolungato a seguito di interruzione, non sia ancora decorso al momento della celebrazione del giudizio di primo grado. La condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende sussiste in caso di ricorso dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza, ravvisandosi profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenic - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI R. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 30/7/2013 del Tribunale di Milano;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. CARRELLI PALOMBI DI MONTRONE ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. GALLI Massimo, che ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza in data 30/7/20…

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