Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40916 del 28 ottobre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:40916PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la minaccia di un male, anche se solo prospettato come possibile, è percepita dalla persona offesa come seria ed effettiva, coartandone la libertà di autodeterminazione e inducendola a consegnare un ingiusto profitto all'agente. Ciò si verifica anche quando la minaccia riguarda la possibilità di impedire il rinnovo di contratti di appalto o fornitura, di cui la vittima aveva legittima aspettativa, in assenza di inadempimenti o giustificati motivi, al fine di ottenere il pagamento di una percentuale non dovuta. In tali casi, la condotta dell'agente non può essere qualificata come truffa, in cui prevale l'errore del soggetto passivo, ma integra il reato di estorsione, in cui rileva l'efficacia coercitiva della volontà della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. BORSELLINO Maria D. - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
Avverso la sentenza resa il 4 Marzo 2021 dalla Corte di appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARIA DANIELA BORSELLINO;
Lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Mastroberardino PAOLA, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
dell'avv. (OMISSIS), procuratore della parte civile costituita (OMISSIS), che ha chiesto…

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