Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il provvedimento di inibizione all'esecuzione di interventi edilizi e di archiviazione della relativa pratica, afferma che la comunicazione di inizio lavori asseverata, pur costituendo un istituto intermedio tra l'attività edilizia libera e la segnalazione certificata di inizio attività, non è sottoposta a un controllo sistematico da parte dell'amministrazione, la quale dispone solo di un potere sanzionatorio e non di un potere repressivo, inibitorio, conformativo e di autotutela. Tuttavia, qualora le opere contemplate nella comunicazione non siano realizzabili mediante tale istituto, l'amministrazione conserva i suoi generali poteri repressivi e inibitori. Nel caso di specie, il Tribunale ritiene che gli elementi probatori forniti dal ricorrente, in particolare la comunicazione del Comune che fa riferimento all'accatastamento dell'immobile nel 1971, siano sufficienti a dimostrare che l'edificio è stato costruito in epoca anteriore alla c.d. "legge Ponte" del 1967, quando non era necessario alcun titolo edilizio per l'edificazione nel luogo in cui è sorto il fabbricato. Pertanto, il Tribunale annulla il provvedimento impugnato, ritenendo che il Comune non abbia esercitato correttamente i suoi poteri, fondando la decisione sul non condivisibile rilievo che la costruzione necessitasse all'epoca di un titolo edilizio.