Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46409 del 30 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:46409PEN

Massima

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Il contenuto della frase pronunciata e il significato che le parole hanno nel linguaggio comune, prescindendo dalle intenzioni inespresse dell'offensore, costituiscono il criterio di riferimento per la ravvisabilità del reato di ingiuria, non essendo rilevante la valutazione soggettiva del termine utilizzato, ma il suo significato oggettivo secondo l'uso comune. Pertanto, il giudice di merito deve valutare la condotta dell'imputato sulla base di un accertamento obiettivo del significato delle espressioni utilizzate, senza farsi condizionare dalle intenzioni soggettive dello stesso. Inoltre, la deposizione della persona offesa, se adeguatamente valutata e posta in relazione con le altre risultanze probatorie, costituisce elemento idoneo a fondare la responsabilità penale dell'imputato, in assenza di palesi e gravi contraddizioni o di elementi di prova contrari di pari o maggior valore. Infine, la determinazione della pena per il reato di minaccia semplice deve avvenire nel rispetto del limite edittale previsto dalla legge, senza possibilità di superarlo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2/2010 TRIBUNALE di SIENA, del 09/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Izzo G. che ha concluso per l'annullamento con rinvio per la determinazione della pena. Rigetto nel resto.

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