Consiglio di Stato sentenza n. 242 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:242SENT

Massima

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La realizzazione di opere edilizie in assenza o in difformità dal permesso di costruire comporta l'obbligo per l'amministrazione comunale di emettere un provvedimento di demolizione, il quale non necessita di una particolare motivazione che vada oltre la compiuta descrizione delle opere abusive, la constatazione della loro esecuzione senza il prescritto titolo edilizio e l'individuazione della norma applicata. L'omissione della comunicazione di avvio del procedimento non determina l'illegittimità del provvedimento finale qualora il suo contenuto non avrebbe potuto essere diverso, in applicazione del principio di cui all'art. 21-octies, comma 2, della legge n. 241/1990, in quanto la demolizione di opere abusive costituisce un atto dovuto e vincolato per l'amministrazione. La modifica della destinazione d'uso e delle caratteristiche strutturali di un manufatto, anche se di modesta entità, integra gli estremi della "sostituzione edilizia", comportando la realizzazione di un nuovo e diverso immobile rispetto a quello preesistente, con conseguente necessità del previo rilascio del permesso di costruire. L'irrilevanza quantitativa delle opere realizzate e la loro finalità meramente conservativa non escludono la configurabilità dell'abuso edilizio, né giustificano l'applicazione della sola sanzione pecuniaria in luogo della demolizione, trattandosi di misura ripristinatoria dovuta e non discrezionale.

Sentenza completa

Pubblicato il 09/01/2023

N. 00242/2023REG.PROV.COLL.

N. 04487/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4487 del 2018, proposto da
Vincenzo Bizzarro, rappresentato e difeso dall'avvocato Giuseppe Russo, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Luigi Napolitano in Roma, via Girolamo Da Carpi 6;

contro

Comune di Napoli, in persona del sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Antonio Andreottola, Fabio Maria Ferrari e Anna Ivana Furnari, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Luca Leone in Roma, via Appennini 46;

per la riforma

della sentenza…

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