Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35897 del 6 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35897PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo un diritto costituzionalmente garantito, trova un limite nel rispetto della reputazione altrui e non può essere esercitato in modo da ledere ingiustificatamente l'onore e la dignità di una persona. Pertanto, l'espressione di giudizi e valutazioni negative, anche su questioni di interesse pubblico, deve avvenire in forma obiettiva, corretta e proporzionata, senza eccedere nell'utilizzo di espressioni offensive o gratuitamente diffamatorie. Il giudice, nel valutare la legittimità dell'esercizio del diritto di critica, deve operare un bilanciamento tra il diritto di cronaca e di critica e il diritto alla reputazione, tenendo conto della veridicità dei fatti esposti, della loro rilevanza pubblica, delle modalità espressive utilizzate e dell'eventuale animus diffamandi. Laddove l'esercizio del diritto di critica travalichi tali limiti, configurando gli estremi del reato di diffamazione, il giudice è tenuto a sanzionare tale condotta, al fine di tutelare adeguatamente il bene giuridico della reputazione individuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TU. MI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 16/2009 GIUDICE DI PACE di PALERMO, del 06/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/06/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERO SAVANI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Izzo G., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con la sentenza in epigrafe …

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