Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19855 del 9 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:19855PEN

Massima

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Il reato di tentata truffa si configura quando l'agente pone in essere artifizi e raggiri nei confronti di soggetti che, pur non essendo direttamente danneggiati, sono comunque titolari dell'interesse protetto dalla norma penale, in quanto la loro condotta è strumentale alla realizzazione del profitto ingiusto dell'agente a danno di un terzo soggetto. Pertanto, la persona offesa dal reato di tentata truffa è individuata nel soggetto la cui lesione o esposizione a pericolo costituisce l'essenza dell'illecito, a prescindere dalla circostanza che abbia subito un danno patrimoniale diretto. Il reato di diffusione illecita di dati personali, ai sensi del d.lgs. n. 196 del 2003, art. 167, richiede che il trattamento dei dati fuoriesca dalla sfera personale e domestica dell'agente e che vi sia una comunicazione a più soggetti indeterminati, in qualunque forma, non essendo sufficiente la mera utilizzazione dei dati per uno scopo determinato. Pertanto, la condotta di utilizzazione indebita di dati personali altrui, realizzata per fini esclusivamente personali, non integra gli estremi del reato di cui all'art. 167 cit., ma può eventualmente configurare un illecito di natura diversa. In tema di reato di ricettazione, la giurisprudenza di legittimità è consolidata nell'affermare che l'avere fornito una foto da applicare su un documento con false generalità comporta la partecipazione dell'agente alla contraffazione del documento, sicché egli risponde di concorso nel reato presupposto e non di ricettazione. Infine, in tema di determinazione della pena, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle circostanze aggravanti e attenuanti, nonché nella graduazione della pena, purché la motivazione sia logica e adeguata, senza che il sindacato di legittimità possa spingersi a una nuova valutazione della congruità della pena inflitta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. BORSELLINO Maria D. - rel. Consigliere

Dott. MONACO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), NATO A (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22 novembre 2017 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa BORSELLINO MARIA DANIELA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La CORTE…

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