La ricusazione di un giudice è un istituto di carattere tassativo, previsto dall'art. 37 c.p.p., che può essere proposto solo per i motivi espressamente indicati dalla legge e deve essere adeguatamente provato mediante l'allegazione di elementi fattuali concreti. La ricusazione non può essere fondata su mere congetture, sospetti o generiche insinuazioni, né può essere estesa all'intero collegio giudicante. Inoltre, non è ammessa la ricusazione dei giudici chiamati a decidere sulla ricusazione stessa, in quanto ciò comporterebbe un inammissibile stallo processuale. Pertanto, la dichiarazione di ricusazione è inammissibile quando i motivi addotti non rientrano nelle ipotesi tassative previste dalla legge, sono privi di adeguata prova o riguardano l'intero collegio giudicante o i giudici della ricusazione, essendo finalizzata a scoraggiare l'uso strumentale dell'istituto e a garantire l'imparzialità e l'efficiente svolgimento della funzione giurisdizionale.