Il decreto di omologa del concordato preventivo senza opposizioni, pronunciato ai sensi dell'art. 180, comma 3, l. fall., è un provvedimento decisorio e definitivo, soggetto a ricorso straordinario per cassazione ex art. 111 Cost., comma 7, ma soltanto da parte dei soggetti che abbiano formalmente assunto la veste di parte nel previo giudizio di omologa innanzi al tribunale. Il creditore dissenziente che non abbia proposto opposizione al concordato, pur avendo ricevuto la comunicazione dell'udienza di omologa tramite il rappresentante comune degli obbligazionisti, non è legittimato a proporre autonomo ricorso per cassazione, salvo che non lamenti una violazione del contraddittorio che gli abbia impedito di partecipare al giudizio di omologa, ovvero denunci vizi di natura esclusivamente processuale ascrivibili al provvedimento di omologa e non alla proposta concordataria. Il rappresentante comune degli obbligazionisti, nominato ai sensi dell'art. 2417 c.c., comma 2, è il solo soggetto legittimato a ricevere la notificazione della data dell'udienza di omologa prevista dall'art. 180, comma 1, l. fall., in quanto investito della rappresentanza processuale degli obbligazionisti nel concordato preventivo, ai sensi dell'art. 2418 c.c., comma 2. Pertanto, la mancata notifica diretta al singolo obbligazionista dissenziente non integra una violazione del contraddittorio.