Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39992 del 5 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:39992PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. richiede la prova di un rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, implicante un ruolo dinamico e funzionale in esplicazione del quale l'interessato "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi. Pertanto, ai fini della configurabilità del delitto, non è sufficiente la mera appartenenza formale all'associazione, ma è necessaria la dimostrazione di un contributo concreto e consapevole all'attività criminosa, attraverso il compimento di atti esecutivi del programma associativo. La gravità indiziaria di tale partecipazione può essere desunta da una pluralità di elementi probatori, quali le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, le risultanze delle intercettazioni, i collegamenti con esponenti della consorteria criminale e il coinvolgimento in attività illecite strumentali al perseguimento degli scopi associativi, come il condizionamento di gare d'appalto, l'intimidazione di imprenditori e il compimento di danneggiamenti e altri atti di prevaricazione. Tali elementi, valutati complessivamente e in un'ottica unitaria, possono integrare il quadro indiziario necessario per l'applicazione della misura cautelare, senza che sia necessaria la prova di un diretto coinvolgimento dell'indagato in singoli episodi delittuosi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE AMICIS Gaetano - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - rel. Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 08-09/02/2018 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Alessandra Bassi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Canevelli Paolo, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato;
uditi i difensori, avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), e avv. (OMISSIS), che hanno concluso chiedendo l'…

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