Consiglio di Stato sentenza n. 2550 del 2021

ECLI:IT:CDS:2021:2550SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'ordine di demolizione di manufatti edilizi realizzati senza il necessario titolo abilitativo costituisce un atto dovuto per l'Amministrazione, che non necessita della previa comunicazione di avvio del procedimento ex art. 7 della legge n. 241/1990. Infatti, l'ordinanza di demolizione conseguente all'accertamento della natura abusiva delle opere realizzate, come tutti i provvedimenti sanzionatori edilizi, è un atto dovuto, da emanare senza indugio, in quanto si ricollega ad un preciso presupposto di fatto, cioè l'abuso, di cui l'interessato non può non essere a conoscenza, rientrando direttamente nella sua sfera di controllo. 2. Ai fini della legittimità dell'ordine di demolizione, non assume effetto viziante il difetto di indicazione nell'ordinanza delle aree da acquisire al patrimonio comunale in caso di inottemperanza, in quanto tale indicazione non è requisito necessario per l'ingiunzione di demolizione, bensì per l'eventuale successiva acquisizione al patrimonio comunale, che costituisce misura sanzionatoria distinta dall'ordinanza di demolizione. 3. La sottoscrizione del provvedimento di diniego di condono edilizio da parte dell'Assessore all'urbanistica, anziché del Sindaco, non determina un vizio dell'atto, in quanto, secondo la giurisprudenza consolidata, l'atto di preposizione dell'Assessore ad un settore dell'Amministrazione comunale implica la delega alla firma per gli atti di competenza del Sindaco riconducibili al medesimo settore. 4. Il diniego di condono edilizio può essere legittimamente motivato dalla mancata ultimazione dei lavori entro il termine del 31 dicembre 1993, ai sensi dell'art. 39 della legge n. 724/1994, anche sulla base di una relazione tecnica comunale che, senza necessità di sopralluogo e di specifiche tecnologie, accerti la difformità tra il manufatto oggetto della domanda di condono e quello effettivamente realizzato. In tal caso, l'interessato non può invocare la legittimità del condono per una porzione del manufatto, in quanto, in pendenza della domanda di condono, è precluso all'interessato operare qualsiasi modifica all'assetto del bene. 5. I manufatti accessori, anche se di modeste dimensioni, non possono essere considerati pertinenze di un edificio abusivo, in quanto ne ripeterebbero l'abusività, e pertanto devono essere assoggettati all'ordine di demolizione, senza possibilità di sanzione pecuniaria in alternativa.

Sentenza completa

Pubblicato il 26/03/2021

N. 02550/2021REG.PROV.COLL.

N. 08510/2011 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8510 del 2011, proposto dal signor
((omissis)), rappresentato e difeso dall’avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio legale Lessona in Roma, corso ((omissis)) II, 18

contro

il Comune di Lastra a Signa, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio Grez e Associati S.r.l., in Roma, corso ((omissis)) II, 18;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana (Sezione Terza) n. 846/2011

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

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