Il rilascio di una concessione edilizia in sanatoria ai sensi dell'art. 13 della legge n. 47/1985 è legittimo solo se il richiedente ha acquisito la piena conoscenza della lesività dell'atto entro il termine perentorio di trenta giorni dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa del provvedimento, ai sensi dell'art. 2 del d.P.R. n. 1199/1971. Tale termine decorre non solo dalla ricezione della documentazione relativa alla concessione, ma anche dalla percezione da parte del ricorrente dell'esistenza del provvedimento e degli aspetti che ne rendono evidente la lesività della sua sfera giuridica, in modo da rendergli percepibile l'attualità dell'interesse ad agire. Il mancato rispetto di tale termine perentorio comporta l'inammissibilità del ricorso, anche qualora il ricorrente acquisisca successivamente ulteriori elementi conoscitivi sull'atto impugnato. Pertanto, il ricorso proposto oltre il termine di trenta giorni dalla piena conoscenza del provvedimento, ancorché fondato nel merito, deve essere dichiarato inammissibile per tardività della sua proposizione. Il giudice, in presenza di tali circostanze, non può entrare nel merito delle censure mosse dal ricorrente, essendo precluso l'esame del gravame per ragioni di carattere strettamente procedurale.