Il registro di classe di un istituto scolastico paritario costituisce un atto pubblico, in quanto le annotazioni in esso contenute, relative alla frequenza e presenza degli alunni, attestano fatti e attività compiute dal pubblico ufficiale che lo redige. Pertanto, la falsa attestazione di presenze di alunni inesistenti o assenti, da parte di docenti e vicepresidi, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico di cui all'art. 479 c.p., in quanto i soggetti agenti, pur non essendo i pubblici ufficiali deputati alla compilazione del registro, rivestono comunque un ruolo di collaborazione e coordinamento nell'organizzazione scolastica che consente loro di accedere e intervenire sulla documentazione ufficiale. La responsabilità penale per il reato di falso può essere affermata anche nei confronti di tali soggetti, purché le loro condotte siano adeguatamente riscontrate da elementi probatori esterni alle sole dichiarazioni di concorrenti, in applicazione del principio di cui all'art. 192 c.p.p., comma 3. Inoltre, il reato di rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento può essere configurato nei confronti di un pubblico ufficiale, quale il comandante di una stazione dei carabinieri, che abbia rivelato informazioni riservate sull'imminenza di un controllo amministrativo presso l'istituto scolastico, al fine di consentire la predisposizione di condotte elusive, qualora tali informazioni siano risultate funzionali alla commissione di reati accertati in capo ad altri soggetti.