Il giudice di legittimità, nell'esercizio del sindacato di legittimità, non può sostituire la propria valutazione del materiale probatorio a quella effettuata dai giudici di merito, quando la motivazione della sentenza impugnata si presenti logica, congrua e priva di vizi logici o giuridici. Il ricorso per cassazione che si limiti a reiterare i motivi di appello, già esaminati e disattesi dal giudice di secondo grado con motivazione adeguata, è inammissibile, in quanto non si confronta criticamente con le argomentazioni utilizzate nel provvedimento impugnato, ma si risolve in una mera richiesta di una diversa valutazione del compendio probatorio, non consentita in sede di legittimità. Inoltre, la deduzione della violazione dell'art. 192 c.p.p. relativa alla valutazione delle risultanze probatorie non può essere proposta con il motivo di violazione di legge, ma deve essere formulata come vizio di motivazione ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p. Infine, la circostanza attenuante di cui all'art. 62, n. 6 c.p. non è applicabile ai reati contro il patrimonio, in quanto si riferisce esclusivamente a quelle conseguenze del reato che non consistono in un danno patrimoniale o non patrimoniale economicamente risarcibile.