Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26113 del 3 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:26113PEN

Massima

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Il vizio parziale di mente di cui all'art. 89 c.p. costituisce una circostanza attenuante che deve essere allegata dall'imputato con i motivi di impugnazione o con motivi nuovi, senza che il giudice di merito sia tenuto a dichiararla d'ufficio, salvo che non sia evidente la prova della totale infermità di mente. I motivi nuovi di impugnazione devono essere inerenti ai temi specificati nei capi e punti della decisione investiti dall'impugnazione principale già presentata, enunciati nell'originario atto di impugnazione, essendo necessaria la sussistenza di una connessione funzionale tra i motivi nuovi e quelli originari. Pertanto, la richiesta di riconoscere la circostanza attenuante della parziale incapacità di intendere e di volere dell'imputato, pur se formulata per la prima volta in sede di appello, è ammissibile qualora risulti funzionalmente connessa al motivo originario con cui è stata aggredita la statuizione sulla determinazione dell'entità del trattamento sanzionatorio, costituendo un'ulteriore illustrazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto a sostegno dell'originaria richiesta rivolta al giudice dell'impugnazione, nei limiti dei capi o punti della decisione oggetto del gravame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI ((omissis)) - Presidente

Dott. MASINI Tiziano - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere-Rel.

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Ro.Lo. nato a C il (Omissis)
avverso la sentenza del 19 ottobre 2023 della Corte Appello di Firenze
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
uditala relazione svolta dal ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Ceniccola A. ALDO, che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
Udito il difensore, avv. Ta.Ro., che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe la corte di …

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