Il potere di scelta discrezionale dell'amministrazione comunale nella localizzazione di un centro di raccolta rifiuti urbani differenziati è ampiamente riconosciuto, purché la decisione sia sorretta da motivazioni non palesemente illogiche e si fondi su presupposti di fatto effettivi e non travisati. L'adeguamento di una preesistente isola ecologica comunale alle nuove disposizioni normative sui centri di raccolta, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica, non richiede il rilascio di particolari autorizzazioni oltre al titolo edilizio, essendo sufficiente la verifica della compatibilità urbanistico-edilizia dell'intervento. Il giudice amministrativo può sindacare le scelte urbanistiche dell'amministrazione solo in presenza di evidenti profili di irragionevolezza, non ravvisabili nel caso in cui la localizzazione del centro di raccolta rifiuti sia effettuata nello stesso sito dove era già operativa un'ecopiazzola comunale, senza che assuma rilievo la presenza di un altro ecocentro in zona industriale distante circa 10 km dalla frazione interessata. La domanda risarcitoria formulata in maniera generica deve essere rigettata per mancanza di prova del danno, in applicazione del principio generale sancito dall'art. 2697 c.c.