Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10570 del 11 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:10570PEN

Massima

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Il giudicato penale relativo alla partecipazione ad associazione mafiosa non si estende automaticamente alle condotte delittuose pregresse, se queste non risultano riconducibili al medesimo disegno criminoso. Ai fini del riconoscimento della continuazione tra il reato associativo e i reati-fine commessi in epoca anteriore, è necessario che emerga un nesso di strumentalità e funzionalità tra le condotte, tale da dimostrare l'esistenza di un unico programma criminoso. L'accertamento di tale elemento, rimesso alla valutazione discrezionale del giudice di merito, non può essere sindacato in sede di legittimità ove sorretto da motivazione adeguata e priva di vizi logici. La mancata applicazione dell'aggravante mafiosa ai reati-fine non preclude di per sé il riconoscimento della continuazione, essendo necessario un complessivo apprezzamento degli indizi rivelatori dell'unicità del disegno criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella - Presidente

Dott. SANDRINI Enrico G - rel. Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/06/2018 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
udita la relazione svolta dal Consigliere ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;
lette le conclusioni del PG ((omissis)) che ha chiesto che il ricorso dia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza indicata in rubrica la Corte d'appello di Napoli, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha rigettato l'istanza ex articolo 671 c.p.p. con cui (OMISSIS) aveva chie…

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