Cassazione civile Sez. III sentenza n. 252 del 7 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:252CIV

Massima

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Il giudizio di diffamazione deve essere contestualizzato nell'ambito complessivo dello scritto che contiene le espressioni ritenute offensive, valutando se le stesse rappresentino una immotivata censura personale al comportamento della parte destinataria, tale da ledere la sua reputazione nell'ambito sociale di appartenenza, ovvero se si tratti di una mera opinione discutibile o infelice espressione, non idonea a integrare gli estremi del reato di diffamazione. Pertanto, espressioni forti o infelici di per sé non sono sufficienti a configurare il reato di diffamazione, occorrendo che le stesse siano sbilancianti a favore dell'offensività e non già una mera opinione negativa sul soggetto destinatario. Inoltre, la richiesta di verifica circa l'idoneità all'esercizio della professione forense, pur essendo quanto meno infelice, non integra gli estremi della diffamazione ove sia finalizzata a provocare interventi disciplinari astrattamente comprensivi di misure incidenti sull'esercizio della professione, senza esprimere un definitivo giudizio negativo sulla persona.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TRIFONE Francesco - Presidente

Dott. UCCELLA Fulvio - rel. Consigliere

Dott. CHIARINI Maria Margherita - Consigliere

Dott. SPIRITO Angelo - Consigliere

Dott. LEVI Giulio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 25615/2006 proposto da:

RI. CR. (OMESSO), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA A. POLLIO 30, presso lo studio dell'avvocato CARAMANICO GIUSTINO, rappresentato e difeso dall'avvocato RI. Gr. difensore di se' medesimo unitamente all'avvocato ELDA COLOMBO giusta delega a margine del ricorso;

- ricorrente -

contro

CA. DE. , elettivamente domiciliato in ROMA, LUNGOTEVERE FLAMINIO 46,…

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