Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 5417 del 6 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:5417PEN

Massima

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Il diritto di difesa, di cui all'art. 51 c.p., non può essere invocato per giustificare la formulazione di "contro-accuse" nei confronti di chi ha mosso originarie contestazioni, qualora tali "contro-accuse" siano consapevolmente false e prive di ogni connessione funzionale con l'oggetto della contestazione originaria. In tal caso, infatti, il comportamento dell'imputato integra gli estremi del reato di calunnia, non essendo sufficiente a scriminare la condotta la mera negazione delle accuse o l'esplicitazione di circostanze di fatto a smentita delle stesse. Il diritto di difesa, per essere legittimamente esercitato, deve pertanto limitarsi alla confutazione delle imputazioni, senza dar luogo a "contro-accuse" consapevolmente false nei confronti di soggetti ritenuti innocenti. La risposta dell'imputato deve pertanto mantenersi in un rigoroso rapporto di connessione funzionale con l'oggetto della contestazione originaria, senza eccedere in condotte che, per la loro manifesta infondatezza e falsità, integrino il reato di calunnia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO ((omissis)) - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. MI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 19/05/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. SERPICO FRANCESCO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. F.M. IACOVIELLO, che ha concluso per rigetto del ricorso.

OSSERVA

Sull'appello proposta da CA. MI. avverso la sentenza…

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