Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23676 del 8 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:23676PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la destinazione a uso personale o a fine di spaccio della sostanza stupefacente detenuta dall'imputato, può tenere conto di tutte le circostanze oggettive e soggettive del fatto, secondo parametri di apprezzamento sindacabili in sede di legittimità soltanto sotto il profilo della mancanza o della manifesta illogicità della motivazione. La detenzione di un quantitativo di sostanza stupefacente che per sé e per le modalità di confezionamento supera il fabbisogno necessario in quel momento all'imputato, unitamente a un comportamento coerente con una possibile ingestione di sostanze, sono indicativi della sussistenza del reato di detenzione a fini di spaccio. Inoltre, ai fini dell'esclusione della concessione delle attenuanti generiche, il giudice di merito è tenuto a motivare adeguatamente, senza vizi logici, sulla base di elementi concreti, come i precedenti penali specifici dell'imputato, che escludono la meritevolezza di un trattamento sanzionatorio più favorevole. La determinazione della pena, anche se ridotta in appello, deve risultare adeguatamente motivata e conforme ai canoni normativi dell'articolo 133 c.p. e alla natura e gravità dei fatti accertati.

Sentenza completa

sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3048/2015 CORTE APPELLO di MILANO, del 09/07/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SOCCI ANGELO MATTEO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI NARDO Marilia, che ha concluso per: "Inammissibile".
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Milano con decisione del 9 luglio 2015 in parziale riforma sul trattamento sanzionatorio della sentenza del Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano del 28 gennaio 2015, condannava (OMISSIS) alla pena di anni 1 e mesi 4 di reclusione, per i reati unificati in sentenza con la continuazione: capo A, articolo 337 c.p., articolo 61 c.p., n. 2; capo B, articoli 582-585 c.p.; capo C, articolo 81 c.p. e Testo Unico Stup., articolo 73, comma 5, ritenuto in sentenza.
2. Ricorre in cassazione l'imputato, tramite il suo …

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