Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28020 del 20 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:28020PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. sussiste anche in presenza di condotte violente e vessatorie, anche solo verbali, realizzate dal coniuge nei confronti dell'altro e dei figli, che creano nella vittima uno stato di paura e frustrazione tale da indurla ad abbandonare il domicilio coniugale, a prescindere dalla sporadicità degli episodi di violenza fisica, purché tali condotte siano reiterate e connotate da un abituale registro comunicativo violento, determinato dalle difficoltà personali e lavorative dell'agente, che sfoga sui familiari. Tali condotte, anche se iniziate in epoca precedente all'entrata in vigore della legge n. 69 del 2019 che ha inasprito il trattamento sanzionatorio, devono essere valutate complessivamente, anche con riferimento a episodi successivi all'entrata in vigore della novella, ai fini dell'applicazione della disciplina più severa, salvo che non emerga una netta frattura temporale tra le condotte pregresse e quelle successive, tale da configurare ipotesi di reato autonome e distinte. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla consapevolezza dell'agente di determinare, con il proprio comportamento, uno stato di disagio e paura nella vittima, anche quando tale condotta sia espressione di una mera conflittualità familiare derivante da problematiche lavorative.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di appello di Messina del 20 gennaio 2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis))' Raddusa;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Procuratore generale, Dott. EPIDENDIO Tomaso, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di appello di Messina ha parzialmente …

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