Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21626 del 24 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:21626PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, desumibile dalla gravità dei fatti commessi, dal ruolo di spicco assunto dall'indagato, dalla pendenza di altri procedimenti per vicende analoghe, dal possesso di somme di denaro e apparecchi tecnologici ritenuti provento di attività delittuose, nonché dall'inserimento in un contesto criminale altamente organizzato, può giustificare l'applicazione della misura cautelare più afflittiva della custodia in carcere, qualora risulti che tale pericolo non possa essere adeguatamente neutralizzato attraverso l'adozione di misure meno gravose che lascino libertà di comunicazione con i complici. In tali casi, la valutazione del giudice circa l'esigenza di applicare la custodia in carcere, in luogo di altre misure, deve essere adeguatamente motivata sulla base di elementi concreti e attuali, senza che sia sufficiente un mero richiamo alla gravità del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 580/2015 TRIB. LIBERTA' di TORINO del 29/04/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERGIO BELTRANI;
sentite le conclusioni del PG Dott. MARIO FRATICELLI, che ha chiesto il rigetto del ricorso, e del difensore di ufficio del ricorrente;
avv. (OMISSIS), che si e' riportato ai motivi.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
(OMISSIS), in atti generalizzato, ricorre contro l'ordinanza indicata in epigrafe, c…

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