Il cambio di destinazione d'uso di un manufatto edilizio, da agricolo a residenziale, realizzato in assenza di titolo abilitativo, non può essere sanato ai sensi della legge provinciale n. 6/2004 qualora comporti un incremento volumetrico superiore al limite massimo di 200 metri cubi previsto dalla normativa, anche ove il manufatto preesistente non avesse destinazione abitativa. Ciò in quanto la legge provinciale consente il mutamento di destinazione d'uso entro il predetto limite volumetrico solo per i vani esistenti, non per nuove costruzioni. Pertanto, ove l'intervento abusivo abbia comportato la demolizione del manufatto preesistente e la realizzazione di un nuovo edificio con destinazione residenziale, con un incremento volumetrico eccedente i 200 metri cubi, la relativa domanda di sanatoria deve essere respinta, non potendosi configurare un mero ampliamento dell'edificio originario. Inoltre, l'obbligo di acquisire il parere dell'autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico sussiste in relazione all'esistenza del vincolo al momento della valutazione della domanda di sanatoria, a prescindere dall'epoca di introduzione del vincolo stesso, in quanto tale valutazione è finalizzata a verificare l'attuale compatibilità del manufatto abusivo con il vincolo. Pertanto, il diniego della domanda di sanatoria da parte dell'autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico, motivato sulla base della incompatibilità dell'intervento con le prescrizioni del piano paesaggistico, è legittimo.