La sospensione delle licenze fiscali di deposito commerciale di prodotti energetici assoggettati ad accisa e di oli lubrificanti, prevista dagli artt. 23, comma 8, e 25, comma 6-bis, del Testo Unico delle Accise (d.lgs. 504/1995), è una misura di carattere cautelare e operativo, volta a impedire che lo sfruttamento delle licenze possa essere utilizzato come veicolo per la commissione di ulteriori illeciti di natura fiscale. Tuttavia, tale misura non può essere adottata nei confronti di una società fallita, in quanto la perdita della disponibilità e dell'amministrazione dei propri beni, nonché la sostituzione del curatore nella gestione, comportano una modifica soggettiva ed oggettiva che impedisce l'applicazione della sospensione per fatti inerenti la società fallita. Inoltre, la pendenza di un giudizio di reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, ancorché provvisoriamente efficace, impone all'Amministrazione di attendere la definizione di tale giudizio prima di procedere all'irrogazione della sospensione, che potrà eventualmente essere adottata solo nei confronti della società tornata "in bonis" ovvero in relazione alla quale sia riformata la sentenza dichiarativa di fallimento. Il principio di proporzionalità, il diritto di difesa e la presunzione di innocenza, sanciti anche a livello sovranazionale, ostano a un'interpretazione rigida e automatica delle disposizioni in materia, imponendo all'Amministrazione di valutare le peculiarità del caso concreto e le circostanze specifiche, anche al fine di evitare l'applicazione di misure sanzionatorie sproporzionate.