Il vincolo di destinazione di un'area a edilizia residenziale pubblica, imposto dallo strumento urbanistico generale senza la contestuale inclusione dell'area in un piano di zona, costituisce un vincolo sostanzialmente espropriativo, soggetto a decadenza per il decorso del termine quinquennale previsto dalla legge. Pertanto, decorso tale termine, il proprietario dell'area ha diritto di ottenere il permesso di costruire per interventi edilizi privati conformi alla destinazione urbanistica della zona, senza che l'amministrazione possa opporre la possibilità di redigere un piano di edilizia economica e popolare ai sensi dell'art. 51 della legge n. 865 del 1971, in quanto tale procedura è subordinata all'inesistenza o all'esaurimento del piano di zona vigente. L'imposizione di un vincolo di inedificabilità virtualmente perpetuo, senza la contestuale previsione di un indennizzo, viola i principi costituzionali di tutela della proprietà privata e di certezza del diritto.