Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6504 del 17 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:6504PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare i ricorsi avverso i provvedimenti della corte di appello in tema di misure di prevenzione personali e reali, è tenuto a verificare esclusivamente la legittimità del provvedimento impugnato sotto il profilo della violazione di legge, essendo preclusa ogni valutazione relativa ai vizi di motivazione. Pertanto, il controllo di legittimità si limita all'accertamento della correttezza formale e logica dell'impianto argomentativo adottato dal giudice di merito, senza poter sindacare nel merito le valutazioni discrezionali compiute in ordine alla sussistenza dei presupposti applicativi delle misure di prevenzione, quali la pericolosità sociale del soggetto e la sproporzione tra il valore dei beni confiscati e la sua situazione reddituale. Inoltre, il ricorso per cassazione tardivo, non integrando un atto di impugnazione rituale, è dichiarato inammissibile, con conseguente estensione di tale declaratoria anche alle memorie difensive depositate successivamente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SCALERA Vi - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 11/2010 CORTE APPELLO di MILANO, del 26/01/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Lette le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1.- (OMISSIS) ricorre, con atto depositato nel suo inte…

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