Il potere di autotutela della pubblica amministrazione di annullare l'aggiudicazione di una gara d'appalto, anche dopo la stipula del contratto e l'avvio dei lavori, deve essere esercitato in modo proporzionato e ragionevole, tenendo conto dell'interesse pubblico concreto ed attuale che giustifica tale annullamento e del consolidato affidamento dell'aggiudicatario. Pertanto, l'annullamento in autotutela non è legittimo quando l'errore che lo giustifica è imputabile esclusivamente alla stazione appaltante, che avrebbe potuto facilmente rilevarlo, e non vi è prova di una condotta dolosa o gravemente colposa dell'appaltatore. In tali casi, l'interesse pubblico all'annullamento non può prevalere sull'affidamento dell'aggiudicatario, essendo necessario che l'amministrazione dimostri in modo concreto e specifico la prevalenza del primo interesse sul secondo. Inoltre, l'annullamento dell'aggiudicazione non comporta automaticamente il risarcimento dei danni, essendo necessario verificare in sede di esecuzione del contratto se l'errore nell'indicazione dei quantitativi dei lavori sia essenziale ai sensi dell'art. 1429 c.c., tale da giustificare la risoluzione del contratto, ovvero se sia meramente rettificabile.