Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23571 del 5 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23571PEN

Massima

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Il funzionario pubblico che, abusando della propria posizione e delle facoltà di accesso a sistemi informatici riservati per ragioni d'ufficio, fornisce ripetutamente a soggetti non autorizzati dati e informazioni di natura anagrafica, fiscale, lavorativa, reddituale, societaria, bancaria e patrimoniale, anche dietro compenso, commette i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, accesso abusivo a sistemi informatici e rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio. Tali condotte, caratterizzate dall'abuso della propria posizione e dalla consapevolezza di agire in violazione dei doveri inerenti la funzione pubblica ricoperta, integrano gravi forme di infedeltà e di tradimento della fiducia riposta nell'agente pubblico, lesive del buon andamento e dell'imparzialità della pubblica amministrazione. Tuttavia, qualora i reati risultino estinti per prescrizione, non può procedersi ulteriormente all'accertamento della responsabilità penale dell'imputato, a prescindere dalla gravità delle condotte accertate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4336/2010 CORTE APPELLO di MILANO, del 09/10/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SCARDACCIONE Vittorio Eduardo che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per episodi ex articolo 325 c.p. con eliminazione della relativa pena e rigetto nel resto.

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