Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26812 del 19 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26812PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni, conti correnti e quote societarie può essere disposto nei confronti di un indagato per reati di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata, qualora sussistano gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di fuga o di reiterazione del reato, a prescindere dall'intervenuto dissequestro di altri beni nell'ambito di un diverso procedimento. Il giudice del riesame, nel confermare il provvedimento di sequestro, è tenuto a fornire un'adeguata motivazione in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge, senza che possano essere censurate in sede di legittimità eventuali valutazioni erronee o opinabili, purché la motivazione non risulti meramente apparente. Il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del giudice del riesame è ammesso esclusivamente per violazione di legge, senza possibilità di sindacare il percorso argomentativo seguito dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 26/03/2012 del Tribunale di Reggio Calabria in funzione di giudice del riesame;

nel procedimento penale a carico di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione del consigliere ((omissis)) BRUNO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. VOLPE Giuseppe che ha chiesto l'inammissibilita' de…

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