Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20961 del 20 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:20961PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) si configura quando un soggetto risulti stabilmente inserito nel contesto di relazioni degli appartenenti all'associazione, contribuendo consapevolmente al perseguimento degli scopi del sodalizio criminoso, anche attraverso il compimento di atti meramente esecutivi o di mera partecipazione. L'appartenenza all'associazione mafiosa può essere desunta da un complesso di elementi probatori, quali la partecipazione a riunioni della consorteria, le conversazioni intercettate, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e altri indizi gravi, precisi e concordanti, che dimostrino il ruolo e il contributo specifico dell'imputato nell'ambito dell'organizzazione. L'aggravante della disponibilità di armi da parte dell'associazione (art. 416-bis, comma 4, c.p.) sussiste anche quando la disponibilità sia provata a carico di un solo appartenente, in considerazione del carattere armato dell'organizzazione mafiosa, che costituisce fatto notorio. Analogamente, l'aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso (art. 7 d.l. 152/1991) può essere riconosciuta quando le modalità di commissione del reato, anche se non direttamente connesse all'esercizio della forza di intimidazione del vincolo associativo, siano comunque espressive della caratura criminale degli autori e della loro appartenenza all'associazione mafiosa. La mancata concessione delle attenuanti generiche è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, il quale deve dare adeguata motivazione della propria scelta, senza essere tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi prospettati dall'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizi - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4142/2013 CORTE APPELLO di PALERMO, del 21/03/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO PAOLO GIOVANNI;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dott. CORASANITI Giuseppe, ha concluso chiedendo l'…

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