Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26515 del 19 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26515PEN

Massima

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Il partecipe all'associazione di stampo mafioso può essere considerato di fatto inserito nell'organizzazione criminosa e contribuire alla realizzazione dei suoi fini, anche in assenza di una formale "legalizzazione" del suo inserimento, essendo sufficiente che il suo comportamento concreto dimostri l'effettiva inserzione nell'associazione. L'articolo 416-bis c.p. punisce chiunque faccia parte dell'associazione mafiosa, a prescindere dalle modalità attraverso le quali egli entri a farne parte. Pertanto, la mancata prova di un atto formale di inserimento non esclude la configurabilità del reato di partecipazione ad associazione mafiosa, qualora gli elementi probatori raccolti dimostrino l'effettiva e concreta partecipazione dell'agente all'organizzazione criminale e il suo contributo alla realizzazione dei suoi scopi. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato associativo, può legittimamente fondare il proprio convincimento sull'analisi delle conversazioni telefoniche intercettate, le quali, pur non contenendo espliciti riferimenti all'affiliazione, possono comunque rivelare il concreto inserimento dell'indagato nell'associazione mafiosa e il suo ruolo all'interno della stessa, anche attraverso l'utilizzo di linguaggio criptico e allusivo. Il controllo di legittimità sulla motivazione dei provvedimenti cautelari personali è diretto a verificare la congruenza e la coordinazione logica dell'apparato argomentativo che collega gli indizi di colpevolezza al giudizio di probabile colpevolezza dell'indagato e la sussistenza delle esigenze cautelari, senza poter comportare un riesame del merito della ricostruzione fattuale operata dal giudice di merito, quando la motivazione risulti adeguata, coerente ed esente da errori logici e giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. APRILE E. - rel. Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 20/12/2013 del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Ercole Aprile;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Aniello Roberto, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;

udito per l'indagato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso …

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