Il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di inammissibilità dell'appello ex art. 348-bis c.p.c. è inammissibile se proposto oltre il termine perentorio di sessanta giorni dalla comunicazione, anche a mezzo PEC, dell'ordinanza stessa. Tale termine breve di impugnazione, derogatorio rispetto a quello ordinario previsto dall'art. 327 c.p.c., decorre dalla data di comunicazione dell'ordinanza e non dalla sua notificazione, ove questa sia successiva. Inoltre, il ricorso per cassazione è inammissibile qualora redatto con la tecnica dell'assemblaggio, non soddisfacendo il requisito di cui all'art. 366 c.p.c., n. 3, che prescrive l'esposizione sommaria dei fatti di causa. In caso di rigetto o dichiarazione di inammissibilità dell'impugnazione, il giudice è vincolato a dare atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte dell'impugnante soccombente, dell'ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per l'impugnazione proposta, ai sensi dell'art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115/2002.