Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La realizzazione di opere edilizie, anche se di carattere precario e rimovibile, in assenza del necessario titolo abilitativo e in area soggetta a vincolo paesaggistico, integra un'ipotesi di trasformazione permanente del suolo inedificato che legittima l'adozione dell'ordine di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, ai sensi dell'art. 132 della legge regionale n. 1 del 2005 e dell'art. 167 del d.lgs. n. 42 del 2004. La natura amovibile delle costruzioni e la loro conformità alle previsioni urbanistiche non esclude l'applicazione della sanzione demolitoria, in quanto tali opere, pur prive di opere murarie, sono destinate a soddisfare esigenze stabili nel tempo, alterando in modo significativo lo stato dei luoghi. L'ordine di demolizione non può essere escluso per il solo fatto che l'area sia già compromessa dalla presenza di altri manufatti analoghi, in quanto l'illegittimità di una costruzione non viene meno per effetto della compromissione del contesto in cui essa si inserisce.