Il delitto di associazione per delinquere ha carattere necessariamente permanente, nel senso che si consuma nel momento e nel luogo di costituzione del vincolo associativo diretto allo scopo comune e si protrae nel tempo sino allo scioglimento dell'associazione. Pertanto, ai fini della prescrizione, il termine decorre dalla cessazione della permanenza del reato e non dalla singola condotta criminosa. Inoltre, la contestazione della recidiva specifica reiterata comporta l'aumento del termine prescrizionale della metà o di due terzi, a seconda dei casi, in applicazione dell'art. 161, comma 2, c.p. Conseguentemente, il giudice deve verificare attentamente la decorrenza del termine prescrizionale, tenendo conto della natura permanente del reato associativo e dell'eventuale recidiva contestata, al fine di evitare indebite declaratorie di estinzione del reato per prescrizione. Spetta al giudice dell'esecuzione, in sede di accertamento della causa speciale di estinzione della pena e degli effetti penali della condanna, dichiarare l'effetto estintivo previsto dall'art. 445 c.p.p., non potendosi ritenere automaticamente estinto il precedente penale risultante dal certificato.