Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5011 del 1 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:5011PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione come l'affidamento in prova al servizio sociale o la detenzione domiciliare, deve effettuare un giudizio prognostico sulla personalità del condannato e sulla sua effettiva volontà di reinserimento sociale, tenendo conto di elementi quali i precedenti penali, le pendenze processuali, le informazioni di polizia, la condotta carceraria e i risultati dell'indagine socio-familiare. La mancata collaborazione del condannato con gli operatori incaricati di raccogliere informazioni e predisporre il programma di intervento, nonché l'indicazione di attività lavorative non effettive, possono essere valutate negativamente dal giudice ai fini della formulazione di una prognosi positiva sull'esito della misura alternativa, in quanto dimostrano la mancanza di una concreta spinta verso un reale mutamento della condotta di vita in senso positivo. Inoltre, il giudice di sorveglianza gode di un ampio potere discrezionale nella concessione della detenzione domiciliare, dovendo valutare non solo la ricorrenza delle condizioni di legge, ma anche la compatibilità del beneficio con le esigenze di effettiva espiazione della pena, tenendo conto delle finalità afflittive, preventive e recuperatorie della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza n. 6730/2015 del Tribunale di Sorveglianza di Roma in data 19.05.2017;
Visti gli atti e il ricorso;
Udita la relazione svolta dal Consigliere dott. ((omissis));
lette le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza in data 19.05.2017 il Tribunale di Sorveglianza di Roma ri…

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