Il rilascio di un permesso di costruire per la realizzazione di parcheggi pertinenziali al piano terra di un edificio condominiale, in deroga agli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi vigenti ai sensi degli artt. 9 della l. n. 122/1989 e 6, comma 6, della l.r. Campania n. 19/2001, è illegittimo qualora i parcheggi siano previsti in asservimento di unità immobiliari non specificate e non appartenenti al fabbricato di relativa ubicazione materiale, in quanto tale previsione non soddisfa il requisito essenziale della pertinenzialità richiesto dalla normativa, che impone un nesso di inscindibilità tra il parcheggio e la singola unità immobiliare servita, tale da escludere la possibilità di una loro autonoma circolazione. Ciò in quanto la realizzazione di parcheggi in regime agevolato ex art. 9 della l. n. 122/1989 può avvenire ad opera di terzi e in aree anche non limitrofe a quelle ove insistono gli immobili, a condizione che detti immobili siano individuati al momento del rilascio del titolo abilitativo edilizio, così da assicurare in concreto l'esistenza di una relazione pertinenziale tra i parcheggi e le singole unità e da escludere che si versi in ipotesi di iniziativa speculativa, soggetta all'ordinaria disciplina urbanistica ed edilizia. Al contrario, i parcheggi collocati al piano terra o nel sottosuolo del fabbricato devono essere necessariamente realizzati dai proprietari dell'immobile, non potendo essere assentiti in favore di terzi estranei. Inoltre, il vincolo di destinazione pertinenziale a parcheggio ex art. 41 sexies della l. n. 1150/1942, pur costituendo un diritto reale d'uso in favore dei condomini, non esclude l'alienabilità separata dei parcheggi dall'unità immobiliare, essendo tale vincolo superato dal comma 2 del citato art. 41 sexies, introdotto dall'art. 12, comma 9, della l. n. 246/2005, che ha determinato la definitiva liberalizzazione del regime di circolazione e trasferimento delle aree destinate a parcheggio. Infine, il rilascio del permesso di costruire non richiede l'autorizzazione condominiale, in quanto la limitazione al godimento delle parti comuni derivante dall'intervento non risulta rilevabile ictu oculi e non era, quindi, tale da radicare una legittimazione del condominio ad opporsi al titolo abilitativo edilizio.