Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11366 del 13 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:11366PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La condanna per il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. può essere legittimamente fondata sulle dichiarazioni della persona offesa, anche in assenza di ulteriori riscontri probatori, purché tali dichiarazioni siano attendibili e coerenti, come nel caso in cui la Corte di merito abbia offerto plurimi e concludenti riscontri al narrato della persona offesa circa gli abituali comportamenti vessatori, prevaricatori e violenti posti in essere dall'imputato. Inoltre, in tali ipotesi, il giudice di merito non è tenuto a riconoscere le attenuanti generiche in favore dell'imputato incensurato, in applicazione della disposizione che vieta la concessione di tali circostanze attenuanti sul solo presupposto dello stato di incensuratezza, introdotta dal D.L. n. 92/2008, convertito in L. n. 125/2008.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. MOGINI Stefan - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/10/2016 della CORTE APPELLO di CALTANISSETTA;
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MOGINI STEFANO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa DE MASELLIS MARIELLA che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore avvocato (OMISSIS) del foro di GELA il quale si riporta ai motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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