La recidiva reiterata, quale circostanza aggravante ad effetto speciale, comporta lo spostamento in avanti del termine di prescrizione del reato di tre anni, ai sensi dell'art. 99, comma 4, c.p., determinando la non maturazione della prescrizione al momento della pronuncia della sentenza di proscioglimento per estinzione del reato. Il giudice, pertanto, è tenuto a valutare l'incidenza di tale circostanza aggravante sul computo del termine prescrizionale, non potendo esimersi da tale valutazione neppure in sede di giudizio abbreviato o di applicazione della pena su richiesta delle parti, in quanto la prescrizione, quale causa di estinzione del reato, costituisce una questione pregiudiziale che il giudice deve necessariamente esaminare prima di pronunciarsi sul merito dell'imputazione. L'omessa considerazione della recidiva reiterata, quale circostanza aggravante ad effetto speciale, determina pertanto l'erroneità del calcolo del termine prescrizionale e l'annullamento della sentenza di proscioglimento con rinvio per il nuovo esame della questione.