Il potere di revoca in autotutela di un provvedimento di aggiudicazione di un appalto pubblico, ai sensi dell'art. 21-quinquies della Legge n. 241/1990, è ammissibile solo in presenza di sopravvenuti motivi di interesse pubblico, di un mutamento della situazione di fatto o di una nuova valutazione dell'interesse pubblico originario, e non può essere esercitato una volta stipulato il contratto, quando l'amministrazione può sciogliersi dal vincolo contrattuale esclusivamente attraverso il recesso ex art. 109 del D.Lgs. n. 50/2016, con conseguente obbligo di indennizzo. Pertanto, l'amministrazione è tenuta a garantire il contraddittorio con l'aggiudicatario al fine di verificare la fondatezza dei presupposti per l'esercizio del potere di autotutela, nonché la congruità del prezzo offerto, senza poter revocare l'aggiudicazione sulla base di una mera comparazione con prezzi di altre procedure, ove il prodotto offerto presenti caratteristiche tecniche peculiari e non fungibili rispetto a quelli posti a raffronto. In tali ipotesi, l'amministrazione è tenuta a confermare l'aggiudicazione in favore dell'originario affidatario, ai sensi dell'art. 21-nonies, comma 2, della Legge n. 241/1990.