Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15818 del 29 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:15818PEN

Massima

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Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente il diniego delle circostanze attenuanti generiche richieste dall'imputato, in quanto tale valutazione discrezionale incide direttamente sulla determinazione della pena e deve essere sorretta da una congrua e logica argomentazione. Il mancato esame di tale profilo determina l'annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo giudizio sul punto, ferma restando l'affermazione di responsabilità dell'imputato. Il principio di motivazione, quale corollario del diritto di difesa e del giusto processo, impone al giudice di rendere conto in modo chiaro e completo delle ragioni che lo hanno indotto a disattendere la richiesta di applicazione delle circostanze attenuanti generiche, senza potersi limitare a una mera affermazione apodittica. La motivazione deve altresì essere adeguata al caso concreto, senza poter fare generico riferimento a criteri astratti, ma valorizzando tutti gli elementi rilevanti emersi nel corso del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/02/2016 della Corte di Appello di Genova;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), ch…

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