Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5996 del 11 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:5996PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità del disegno criminoso tra reati di ricettazione e successiva partecipazione ad associazione mafiosa non può essere riconosciuta quando i comportamenti di ricettazione, pur essendo stati compiuti a vantaggio di singoli esponenti dell'organizzazione, non siano stati realizzati con la consapevolezza e la volontà di agire nell'interesse della cosca, tanto da aver determinato l'assoluzione per il reato di partecipazione associativa in relazione a quel periodo. Inoltre, la successiva condanna per partecipazione ad un'altra associazione mafiosa, di cui il soggetto era ritenuto uomo di fiducia, non è sufficiente a dimostrare l'unitarietà del disegno criminoso, atteso che gli elementi di fatto indicati nei motivi di ricorso riguardano episodi di riciclaggio di beni e denaro avvenuti in un periodo diverso rispetto alla ricettazione degli assegni oggetto della prima condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) FA. LU. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 30/04/2008 CORTE APPELLO di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIRACCINI PAOLA;

Rilevato che il Procuratore Generale nella persona del Cons. Dott. Ciampoli chiedeva il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

La Corte d'Appello di Palermo, quale giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza avanzata da Fa. Lu. volta ad ottenere la c…

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